26 dicembre, 2013

Christmas Time

Funziona sempre così, no? Quando si hanno tante aspettative, quando si attende un momento con ansia ed impazienza, poi puntualmente arriva la delusione.

Che qualcosa sarebbe andato storto l'ho capito ieri, quando in totale scioltezza, mia suocera se ne esce dicendo: "Fosse per me, vorrei aprire gli occhi ed essere già a S. Stefano".
Ma grazie, grazie, ti ringrazio visto che passerai il Natale a casa mia, coi miei genitori, le mie nonne e mio marito, che guarda un po', è tuo figlio.
Tecnica applicata: lascia scivolare e non ci pensare, ma ormai il tarlo si era insinuato.

Allo scoccare della mezzanotte, dopo aver messo a letto la Ballerina e aver compiuto l'operazione Babbo Natale, portando tutti i pacchi nascosti per casa sotto l'albero, io e Darcy abbiamo scartato i nostri regali. E da lì è stato tutto chiaro.
Io ho clamorosamente toppato, dopo anni di onorati successi, ho fallito miseramente, me l'ha praticamente detto a chiare lettere, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno, data la sua incapacità di fingere.
Non era ciò che voleva, non gli serve, non sa che farsene.
A peggiorare il tutto, io al contrario ho ricevuto un regalo che desidero da anni, il che mi ha fatto sentire ancor peggio, se possibile.

Ma non è finita.

La mattina, stamattina, la Ballerina si sveglia con le palle (le avesse) in giostra, ma in giostra, ma in giostra che più in giostra non si può: all'ingresso di suo padre in cameretta esordisce con una serie di "No, no no no no no no non così!!!!!" urlando e piangendo.
Motivo: non pervenuto.
Spiegazioni: non pervenute.
"Ballerina, vuoi vedere se è passato Babbo Natale?"
"Biè" (il suo modo per esprimere sdegno e disinteresse).
"Ballerina, vuoi vedere se ci sono dei ragali per te sotto l'albero?"
"Biè"
"Ballerina, non vuoi aprire i tuoi pacchetti?"
"Biè"
La tentazione di far sparire i regali è forte.
Ci metto circa mezz'ora a calmarla, tenendola in braccio, sul divano, in posizioni assurde con la sciatica che quasi mi fa piangere dal male e Darcy in cucina mortificato dall'inspiegabile atteggiamento figliesco.
Quando finalmente si avvicina all'albero, afferra decisa praticamente l'unico pacchetto che non è per lei: segue tragedia in 3 atti per fare uno scambio e darle un pacchetto suo.

Ecco, da lì in avanti è andata un po' meglio.
Nonostante un pranzo fatto a spizzichi e di fretta, che mi fatto digerire male e venire mal di testa.
Nonostante abbia visto drammaticamente peggiorate le mie nonne, cosa che mi ha proprio stretto il cuore.
Nonostante abbia visto i miei stanchi e affaticati.
Nonostante tutto ciò, è andata meglio.

Fino alla fatidica ora della nanna.
Non mi dilungo. Portata a lavarsi e messa  a letto, dopo un'ora ha voluto ritornare in salotto a giocare ancora un po'....poco fa l'ho riportata in cameretta assistendo ad un capriccio di portata epica e al momento, ancora la sento piagnucolare, ma non voglio dargliela vinta.

Con la testa che scoppia e il cuoricino a pezzi nel sentire la mia bambina piangere (anche se so che è un capriccio della peggior specie), vi auguro buona notte, con una perla di saggezza:

"Thanks God it's Christmas
Yes it's Christamas
Thanks God it's Christamas
For
One 
Day".

20 dicembre, 2013

Natale, simboli e libertà

Permettetemi un piccolo sfogo, in cui il Natale diventa pretesto per esprimervi il mio malcontento.

Leggo or ora che in Francia, a seguito delle proteste di un utente, è stato rimosso il Presepe da una stazione ferroviaria, Presepe che veniva esposto da dieci anni.

In nome della laicità. C'è scritto così.

Allora, a me questa faccenda della repressione di tutti i diversi simbili religiosi e/o culturali sta profondamente, violentemente e cocentemente sui maroni.
Perchè mi sembra la negazione della libertà, non la sua espressione.

Perchè un utente ateo, infastidito dal Presepe, sia contento e con lui lo siano tutti gli altri atei del mondo, niente più Presepi nei luoghi pubblici.
Per non urtare la sensibilità dei bambini non cristiani, niente più crocifissi nelle scuole.
Per non offendere i clienti delle diverse parti del mondo, le aziende multinazionali mandano gli auguri scrivendo sui biglietti "Season's Greetings".

Ma oh.
Ma che cavolo sono i Season's Greetings??

Ironia a parte, a voi non sembra che ci sia una stortura di fondo?
Non vi sembra che in queste belle iniziative, qualcuno di non contento ci sia sempre?
Non vi sembra che reprimere, sopprimere, togliere, abolire siano tutte parole con accezione negativa?
Non vi sembra che si faccia l'esatto contrario di quello che viene richiesto, cioè la tutela dei diritti di tutte le culture e le religioni???

Invece di tutelare tutti, la sensibilità di tutti, sopprimiamo tutti i simboli, che si fa prima.

Non voglio dire che la soluzione di questo inghippo sia semplice e non voglio nemmeno suggerire metodi miracolosi, perchè non li ho, ma quello che penso è che il metodo applicato finora nella maggior parte dei contesti, ovvero l'eliminazione dei simboli, sia la negazione della libertà, non la sua espressione.

Invece di spiegarci, raccontarci, arricchirci e COMPRENDERCI l'un altro, imparando a CONOSCERCI l'un l'altro, imparando a convivere serenamente con ciò che è diverso da noi, la strada che si preferisce è quella della tabula rasa, della piattezza, dell'annullamento totale.

A me sembra una soluzione tutt'altro che democratica.

Magari, anzi sicuramente, io la faccio semplice, dalla mia comoda seggiolina, ma non vedo perchè ad un ateo/musulmano/quel che vi pare, l'esposizione di un Presepe a Natale (non a luglio), debba dar fastidio.
Se domani dovessi andare in Arabia Saudita e trovassi il Corano nel cassetto del comodino, non batterei ciglio. E non batterei ciglio nemmeno se mi capitasse a Londra, per dirne una.

Nelle scuole poi...invece di insegnare le religioni e le tradizioni degli altri, invece di ARRICCHIRE i nostri figli con questo enorme partrimonio che noi non abbiamo potuto avere, preferiamo non raccontare più un bel niente, nè di noi, nè degli altri. E non ce l'ho con gli insegnanti, che sia ben chiaro: loro fanno ciò che viene richiesto.

Ora, ditemi voi se deliro: come può questo atteggiamento, che annulla, che reprime e cancella, portare a sentimenti di fratellanza?

Canto di Natale

Come avevo preannunciato a Sandra, non ho resistito e martedì sera ho fatto un rapidissimo giro in libreria e l'ho acquistato.

Mi è stato detto che per mia figlia è troppo presto e che io, beh, non l'avevo già?
Certo ne avevo già due: uno classico e quello nella versione Disney, in formato gigante con copertina rigida, una meraviglia risalente alla mia infanzia, con un fantastico Paperone-Scrooge.
Ma questa edizione, così elegante e con le sue splendide illustrazioni, mi ha rapita.
Magari sarà anche vero che non potrò subito regalarlo alla Ballerina, ma è un libro, mica scade! Lo terrò lì, sullo scaffale e quando sarà ora, glielo leggerò.

19 dicembre, 2013

Il menu di Natale e varie amenità

Sebbene io sia una convinta sperimentatrice, aperta al cibo di altre culture ed appassionata, avendo il tempo, di cucina, per Natale non ci sono discussioni: menu tipico piemontese, della famiglia.

  • Antipasti: cotechino, salame sotto grasso (quest'ultimo è proprio una specialità della zona), vitello tonnato, peperoncini ripieni di acciughe (very Piemonte)
  • Primi: agnolotti al sugo di brasato o con burro e salvia
  • Secondo: brasato, il cui sughetto serve per condire gli agnolotti di cui sopra.
  • Formaggi: gorgonzola e toma valsesiana.
  • Frutta: uva, mandarini e frutta secca, perché si dice che porti bene.
  • Dolci: panettone per tutti, pandoro per me, pecora nera che non ama uvette e canditi.

Dopo anni di abbuffate all'insegna dell'avanzo protratto fino a Capodanno, siamo approdati a questo menu, ricco ma non troppo, che permette di non ammazzarsi a colpi di forchetta come succedeva fino a qualche tempo fa, quando le mie nonne, ancora in forma, si esibivano anche in melanzane, cavolfiori fritti e frittura dolce di semolino (da aggiungere agli antipasti) e faraona al forno (da aggiungere ai secondi). Un po' perché le due donnine non ce la fanno più, un po' perché i nostri stomaci non ce la fanno più, ora queste portate sono state accantonate.

Note di colore.
  • Se mia madre volesse restare vedova, potrebbe farlo senza problemi fornendo a mio padre salami, cotechini e formaggi ogni giorno: lui senza stufarsi, né batter ciglio, alimenterebbe sereno il suo colesterolo.
  • Se mio padre volesse far ri-ingrassare mia madre, dovrebbe portare in tavola ogni giorno agnolotti e vitello tonnato. Che invece lei tocca solo a Natale, per l'appunto.
  • Dipendesse da me, ripristinerei almeno le melanzane fritte, ma alle mie invocazioni non risponde mai nessuno.
  • Il pandoro è esclusivamente mio: anche la Ballerina predilige il panettone, ne consegue che, con calma, per capodanno me lo sono pappato tutto, da sola. Anche prima.
  • Il vitello tonnato di mia suocera è squisito, ma io rimarrò indissolubilmente legata a quello che faceva mia nonna.  La sua maionese fatta in casa resta inarrivabile.
  • Il vino bianco della discordia. Io e i miei genitori con i dolci amiamo il vino bianco dolce, in particolare io amo il passito. Mio marito ed i miei suoceri ci guardano schifati e sfoderano puntualmente il loro Brut.
  • Sogno da anni di fare i biscotti di pan di zenzero: quest'anno alla Vigilia non lavoro (prima volta da 10 anni, wow): dite che ce la faccio?
  • Le tre nonne da 6 anni a questa parte, dopo il pranzo di Natale, si piazzano sul mio divano a fare la gara delle malattie e della vedovanza: chi ne ha di più e chi si sta passando la peggiore. Tutti gli anni faccio l'arbitro e finisce pari.
  • Da che mondo è mondo, dopo pranzo mio papà telefona ai cugini romani, sordo a chi (tutti) gli dice "E' presto, staranno ancora mangiando!" e li becca all'antipasto, quando va bene.
  • Da che mondo è mondo, dopo pranzo mio papà si addormenta sul divano.
  • Adoro il Natale anche perché è l'unica volta all'anno in cui uso il mio adorato servizio di piatti di Jasper Conran.
E i vostri menu? Fatemi sapere, così magari traggo ispirazione!


16 dicembre, 2013

L'altro Natale

Recentemente un'amica mi ha detto "Il Natale è dei bambini", che se vogliamo è vero, ma in realtà è di tutti, di chi lo vuole vivere e di chi non vorrebbe. Non c'è scelta, in fondo.

Io sono sempre stata innamorata del Natale, non ho mai detto "Ah quest'anno non sento lo spirito natalizio", perché io amo da morire questo periodo dell'anno.
Per me rappresenta il culmine della stagione fredda, nella mia testa dopo le feste, l'inverno inizia la sua lenta ritirata, anche se in verità non è proprio vero; è un periodo a cui normalmente giungo sfinita, quest'anno non fa eccezione, mi sento alla frutta e bisognosa di coccole e di uno stacco, seppur breve, che arriva provvidenziale.

Ho sempre amato fare regali, pensare alla cosa più giusta per ogni persona, riflettere bene su ciò che può davvero far piacere.
Adoro le lucine, gli addobbi, le canzoncine.
Sono una bambina anch'io.

Nella mia famiglia non si è mai fatto il cenone, ma il pranzone del 25, per cui ci si riuniva a casa nostra con i nonni. Solo noi, dato che non siamo una famiglia numerosa.
La sera della vigilia invece, si festeggiava con la "famiglia adottiva": gli amici dei miei e i loro figli, per me come fratelli. Uno di loro è il padrino della Ballerina, perché sono davvero dei famigliari.

Ora è tutto cambiato, si festeggia a casa Darcy, con le nonne che sono tanto anziane e i genitori che non sono più giovani. E una vivace bambina che dà senso alla vita di tutti noi.
Con gli amici ci si vede qualche giorno prima, conciliando distanze, fidanzate, figli. Ma ci si vede e ci si abbraccia.

La gioia vera resta. Quello dello stare insieme e dell'occasione in più per riunirsi tutti. Nonostante le divergenze, le differenze e le incomprensioni.

E allora penso a chi è solo.
A chi ha perso gli affetti, a chi non li ha mai avuti. A chi non può riunire la famiglia o gli amici attorno  a un panettone.
A Natale devono sentirsi ancor più soli e forse queste persone preferirebbero non viverlo.
Almeno, chi non riesce a coglierne il senso puramente religioso e farselo bastare.
Penso che per loro lucine e addobbi abbiano poco senso e la corsa al regalo ancor meno. Penso che sia quasi sfacciato da parte delle persone come me, esternare la questa gioia bambinesca.

Oggi penso a queste persone, che magari sono più di quante pensiamo e si nascono dietro a larghi sorrisi.
Che questo Natale li possa sorprendere, nel bene.

13 dicembre, 2013

Proustiamoci!

Proustiamoci è una bella iniziativa di Lucia: si tratta di uno swap un po' particolare, dato che le blogger partecipanti si sono scambiate a due a due il Questionario proustiano, debitamente compilato.
Quando io vedo un elenco, una lista di domande...non so resistere, quindi ho subito aderito entusiasta :)
Le "coppie" di blogger sono state fatte appunto da Lucia, in quanto ideatrice dell'iniziativa ed io oggi ospito con grande gioia il questionario di Mamma Orsa Curiosona!

L'idea è quella di conoscerci meglio, di far conoscere i nostri blog a nuove lettrici e di sentirci più vicine.

Spero che l'iniziativa vi piaccia, io mi sono divertita molto!

Buona lettura!


MAMMA ORSA CURIOSONA:
Il tratto principale del mio carattere 
L'esuberanza 
La qualità che desidero in un uomo. 
La gentilezza  
La qualità che preferisco in una donna.
La complicità con altre donne  
 Quel che apprezzo di più nei miei amici. 
La lealtà
ll mio principale difetto. 
L'irruenza
La mia occupazione preferita.
Occuparmi delle mie orsette
Il mio sogno di felicità. 
Vivere senza preoccupazioni materiali
Quale sarebbe per me, la mia più grande disgrazia.
Vivere senza le mie orsette.
Quel che vorrei essere. 
Vorrei essere io, senza qualche piccolo difetto 
Il paese dove vorrei vivere. 
Australia ma non avrei mai il coraggio di farlo
Il colore che preferisco. 
Il rosa
Il fiore che amo. 
La margherita 
L'uccello che preferisco. 
Il passero 
I miei autori preferiti in prosa. 
Pennac, Flaubert, Allende, Austen.
I miei poeti preferiti. 
E' dai tempi dell'università che non leggo poesie...  
I miei eroi nella finzione
Il Signor Malaussène della saga di Daniel Pennac.
Le mie eroine preferite nella finzione. 
Madame Bovary
Le mie eroine della storia
Giovanna d'Arco 
I miei pittori preferiti
Renoir e gli impressionisti in genere
I miei eroi nella vita reale
La mia famiglia
I miei compositori preferiti
Verdi
Quel che detesto più di tutto. 
Chi parla male alle spalle 
I miei nomi preferiti
Mi piacciono i nomi francesi
I personaggi storici che disprezzo di più. 
Hitler
L'impresa militare che apprezzo di più
Lo sbarco in Normandia
La riforma che apprezzo di più
La democrazia
Stato attuale del mio animo. 
Creativo e pieno di idee
Il dono di natura che vorrei avere.
La manualità
Come vorrei morire
Non vorrei morire
Le colpe che mi ispirano più indulgenza
Quelle che derivano dalla buona fede
Il mio motto
Vivi e lascia vivere

10 dicembre, 2013

La neve scende fuori e nasconde i rumori (cit.)

La neve scende e imbianca tutto. Sotto la coltre di neve, sembra tutto più bello.

Rende morbidi gli spigoli, rende soffice il cammino.

La neve attutisce i colpi, rende i rumori ovattati, tutto è più silenzioso.

Cade zitta zitta, rallenta tutti i ritmi.

Silenzio e lentezza.

Abbiamo forse bisogno di altro, in questo mondo frettoloso, sovraesposto, concitato, agitato e caotico?

Lo so che dopo un giorno, le città fanno schifo, sembrano un pantano, i servizi di pulitura delle strade sono spesso penosi. Lo so che crea tanti disagi, che i mezzi pubblici non passano, che c'è tanta gente che la odia o al massimo dice "mi piace solo in montagna".
Avete ragione.
In parte.

Quanto è bella, quando è nuova e candida.
Quando è appena caduta e di giorno tende quasi all' azzurro e di sera riflette l'arancione dei lampioni. Quando luccica sotto le lucine di Natale.
Quando permette ai bambini di giocare a palle di neve, di fare il pupazzo, di rotolarsi senza timore.
Quando guardi per aria e i suoi fiocchi ti pizzicano le guance.

Dai neve, cadi ancora, cadi un pochino anche qui.
Proteggici dall'ansia e dalla fretta.
Proteggici dal frastuono.

Regalaci un po' di lentezza silenziosa.


Ho mostrato il fianco, adesso mandatemi pure a stendere!

04 dicembre, 2013

Mozzarella

Probabilmente la mia è una versione distorta della realtà.

Ma quando io penso a mia madre, non penso alla mamma-lavoratrice-perennementedicorsa-semiesurita-semprestancamorta che invece E' la sottoscritta.

Sarà che mia madre ha avuto me molto prima di quanto io abbia avuto mia figlia: si sa, erano altri tempi. Quindi era più giovane, più energica e forse, più sana.

Sarà che la leggenda della mia famiglia narra di una ME bambina-peluche super facile da gestire, tipo che dove mi mettevano, stavo; mai un capriccio, mai una scena madre, mai problemi con la nanna, mai problemi coi pasti. Una noia mortale. La leggenda narra anche che io non fossi assolutamente affetta dalla mammite acuta, "malattia" di cui invece soffre chiaramente la Ballerina.

Sarà che mia madre era un'insegnante e un'altra leggenda racconta di un mestiere particolarmente adatto alle donne con casa e famiglia da gestire. Qui mi permetto di dire che secondo me è una mezza verità, perché le ore di lavoro di un insegnante non si limitano a quelle trascorse in classe: credo non siano neanche la metà, a conti ben fatti. Ma tralasciamo, discorso lungo, articolato e spinoso.

Sarà che mia mamma ha avuto a disposizione 4 giovani nonni.
Ma per questo, anch'io.

Sarà che mia mamma aveva (ha) un marito estremamente collaborativo nelle faccende domestiche.
Ma per questo anch'io, anche se un po' meno.

Sarà quel che sarà.

La sostanza non cambia: io mi vedo e soprattutto mi sento, un cadavere. Una creatura che si trascina come meglio riesce nell'arco della giornata, con il perenne bisogno di riposo e di sonno. Pallida ombra di quella che ero un tempo, di quella che andava a lavorare coi tacchi.

E poi ricordo lei, con la mia età, alle prese con adolescenti problematici, con genitori isterici, con colleghe pazze, con temi al limite della leggibilità e compiti di geografia degni di Zelig. Con orari da saltimbanco, consigli di classe/istituto senza fine, fiumi di giudizi e relazioni da completare.

Eppure era sempre pettinata bene, che si trattasse di un caschettone con frangia o di una testona ricciuta.
Truccata, prima con tenui colori pastello, poi soppiantati dai "colori della terra".
Ingioiellata, "Mi sembri la Madonna di Oropa", si dice da queste parti.
Frizzante alle 6.30 del mattino (fin troppo), energica e tosta come un'insegnante deve essere, o soccomberebbe.

E le domande sorgono spontanee:
perché io invece sembro una mozzarella per colore, forma e densità?
Perché i miei capelli hanno l'aspetto di una tenda spiegazzata?
Perché io non possiedo un fondotinta?
Perché nonostante il correttore, le mie occhiaie ballano la lambada?
Perché non riesco più a mettermi lo smalto?
Perché apro gli occhi alle 7, ma il mio cervello si accende alle 10?

E dire che ce la metto tutta.
Pensate non lo facessi!