27 settembre, 2007

Catena

Sono stata chiamata a rispondere a questa catena: 8 cose (ma io ho esagerato, ne ho messe 10) che parlano di me. Sembra semplice, ma non lo è per niente! Dunque, vediamo...

1) Sono una persona contradditoria perchè da un lato "vivo nel mio mondo", dall'altro sono così razionale da far diventare un difetto questa caratteristica
2) Mi piace l'inverno, la neve, vestirmi a strati, sentire la faccia che punge per l'aria frizzantina
3) Adoro i cappelli, di tutti i tipi, ma sinceramente credo che non mi donino
4) I miei piatti preferiti sono equamente spartiti tra la capitale e la città in cui vivo, del resto anche la mia famiglia è divisa in quel modo
5) Non potrei vivere senza leggere
6) Riesco a sentirmi a casa nella mia citta, a Roma, a Dublino e nel paesino di montagna dove ho la fortuna di poter sempre tornare (quindi ogni tanto mi sento un po' zingara)
7) Sogno di vedere l'Argentina e il monte Fuji (non nello stesso viaggio, possibilmente)
8) Ho un passato da rockettara convinta, adesso sono musicalmente più aperta, ma non mi piace tutto ciò che gira intorno al rap e alla musica latina
9) Vorrei saper suonare il violoncello, perchè ha un suono stupendo
10) Detesto chi parla a voce alta, chi urla, chi ti parla addosso e non ti sta a sentire.

Ecco fatto...
Miei pochi selezionati lettori...è il vostro turno!

26 settembre, 2007

Cambiamenti

Le persone cambiano e non sempre in meglio. Ieri Darcy mi ha detto questa frase ed in effetti, non posso dargli torto.

Credi di conoscere una persona, perchè la frequenti ogni giorno, avete vissuto esperienze importanti insieme, avete condiviso aspirazioni, desideri, paure, insoddisfazioni, delusioni. Credi di conoscerla perchè, forse presuntuosamente, pensi che con te sarà sempre sincera, non ti mentirà mai, che quello che ha con te è un rapporto vero perchè, per il cielo, siete amiche, a prescindere dalla fredezza con cui tratta gli altri.
Poi però, gli atteggiamenti che prima erano solo accennati, prendono una piega decisa, una piega che non ti piace, che a fatica accetti, ma lo fai, proprio perchè si tratta di lei e pensi che, in fondo quella non è la persona vera, la vera lei è quella che conosci tu. Che però incontri sempre più di rado, è come se stesse affogando, come se fosse stata ingoiata dall'altra.
Le malelingue serpeggiano, è vero, ma caspita, ti accorgi che tutti i pettegolezzi non sono più soltanto tali. Sono fatti, concreti e sotto gli occhi di tutti, anche sotto i tuoi, che forse per troppo tempo ti sei ostinata a chiudere.
Cominci a domandarti se mai siete state davvero amiche, pensi e ripensi. Ricordi il tal episodio e il tal altro, in cui inequivocabilmente lei ti aveva dimostrato amicizia...ma poi ti tornano alla mente numerosi altri casi in cui il suo atteggiamento non ti è piaciuto, non era chiaro, forse non era sincero, forse c'era un secondo fine, forse c'è sempre stato...Del resto, ti guardi adesso....e poi guardi lei: quanta differenza nel gestire le relazioni umane e lavorative e che differenza di posizioni professionali...Lei sta volando via, tu sei ancora lì, incatenata alla tua scrivania, che ormai ti va stretta, ti soffoca, ti angoscia. Lei sta volando via con qualcosa che era stato proposto a te, con qualcosa che tu avevi accettato, con tutta la paura e le incertezze che quella scelta avrebbe comportato. Ma poi, non sai perchè, le ali adesso le ha lei. Tu non provi invidia, ma un sentimento molto contrastante: non esiste più l'amica di un tempo, ne hai nostalgia, ti domandi se avevi preso l'ennesimo abbaglio o se, semplicemente, le persone cambiano e non sempre in meglio. Come dice Darcy.

25 settembre, 2007

Autunno

Non ricordo se ho già scritto qualcosa sull'autunno, di com'è qua dove vivo, dei suoi colori e dei suoi profumi.
Se non l'ho mai fatto, questo è il momento.

Il primo segnale è il profumo dell'aria: si sente distintamente l'odore di bruciato che dalla campagna arriva penetrante anche in centro città. Gli agricoltori hanno cominciato mietere il riso, a bruciarne le stoppie. Sento quel particolare odore anche ora, che sono in ufficio, perchè si infila dappertutto, anche nelle finestre ancora aperte.
Il secondo segnale è l'orizzonte. Quando si esce dalla città per andare verso l'autostrada o i centri commerciali, si vede chiaramente: l'aria è diventata lattiginosa, opaca. Non è più limpida come in certe sere estive, ora sembra tutto ovattato. Quando le belle giornate volgono al termine, il pallido azzurro del cielo si fonde dolcemente con il tenue rossore del sole che va a dormire. Diventa scuro molto più presto rispetto a qualche settimana fa. Dal lato apposto dell'orizzonte, il buio del cielo arriva prima e va ad incontrare i colori della terra.... i colori della terra! Dorata, in alcuni punti, dove il riso sta terminando la maturazione e marroncino, dove è già stato mietuto. Il tutto punteggiato da alberi ancora verdi, perchè le foglie non hanno ancora voglia di cadere, dal rosso e bianco delle cascine e dal grigio della striscia d'asfalto che percorre la pianura.

Non so, forse sarò campanilista e anche un po' sentimentale, ma non è vero che qui il paesaggio d'autunno è triste (d'inverno, prima che nevichi sì, lo ammetto).
A me piace...





Sogni ricorrenti

C'è un sogno ricorrente che facevo spesso da bambina, da alcuni anni mi capita molto più raramente.
Sono con altra gente, amici, conoscenti, in un luogo non ben identificato e non riesco a comunicare. Vedo male, come un canale televisivo non ben sintonizzato e sento ancora peggio, sento solo dei sussurri lontani. Parlo ma non sembra che nessuno mi senta. E' come essere dietro una parete di vetro sporco, io sono da una parte, tutti gli altri dall'altra.
Ieri notte ho rifatto questo sogno.
E' brutto, ma non quanto quello in cui sogno di non riuscire ad aprire gli occhi. Anche quello è ricorrente, ma sono davvero tanti anni che non lo faccio più. E' il più brutto in assoluto, non riesco ad alzare le palpebre, mi sforzo, le tiro con le dita, ma è come se fossero incollate! Per di più, nei sogni di questo tipo di solito sto guidando o comunque facendo qualcosa per cui la vista è indispensabile...Immancabilmente poi mi sveglio più stanca di quando sono andata a letto.
Forse il fatto di aver ripescato uno di questi due incubi (perchè di incubi si tratta!) è dovuto al fatto che in un certo contesto, mi sento inascoltata, trasparente, inesistente.
Se devo cercare una spiegazione a questa strana attività onirica, dev'essere proprio lì.
Oppure è solo perchè ieri sera ho visto il film dei Simpson.

24 settembre, 2007

Occhi che ridono...

Ti ho visto ridere

I tuoi occhi sono lucidi e luminosi

Mi invadono di calore

Ogni giorno.

Non ti avevo mai visto ridere così, prima

18 settembre, 2007

La scuola

Ormai lo dico da esterna, perchè non vado più a scuola da tanti anni e mia madre l'anno scorso è andata in pensione, ma mi sembra comunque evidente che la situazione scolastica in Italia non è proprio rose e fiori.
La mia amica Milady è in attesa di sapere dove, per quanto tempo e come lavorerà. Nei prossimi giorni conoscerà tanti nuovi bambini che durante lo scorso anno scolastico hanno avuto un'altra prof. e probabilmente il prossimo anno ne avranno un'altra. E i ragazzini  di cui ha raccontato le gesta nel suo blog, chissà chi si troveranno davanti. Dopo che lei per un anno intero li ha ascoltati, capiti, cazziati, interrogati...conosciuti. Bon, tutto finito.
La ragazza del mio più caro amico al momento è maestra d'asilo, ma presto chiederà di passare alle elementari. Nella sua classe c'è un bambino con seri problemi comportamentali che però, essendo fisicamente sanissimo, ha diritto solo ad otto ore di sostegno su venticinque. Totale: ha buttato giù dallo scivolo un compagno mandandolo al pronto soccorso. Per fortuna stanno tutti bene...o quasi.
Ripeto, sono vicende che io ascolto, che sento raccontare, ma che non vivo in prima persona. Eppure, tanto basta per rendermi conto che le cose sono cambiate parecchio negli ultimi anni e in peggio. Adesso sembra che la situazione sia in caduta libera.

17 settembre, 2007

Missed calls

Che brutto quando aspetti una telefonata e arriva proprio quando sei a pranzo e hai lasciato il cellulare, con la suoneria bassa, nella borsa. Stupidamente. Poi trovi la chiamata, è lì, tracciata nelle missed calls. Ormai è stata effettuata da troppo tempo per richiamare al volo, quindi aspetti. Tanto richiama. Mandi un sms, che non è invasivo, ma almeno dimostri che hai trovato la chiamata.

Nel pomeriggio, manchi un'ora dalla tua scrivania, ti devi assentare per forza e non puoi portarti appresso il cellulare. E quando torni alla scrivania trovi una chiamata sul cellulare e una anche sul telefono fisso. Merda. Altro sms. Ma che nervi, adesso mi tocca aspettare stasera.

E dire che viviamo nell'era della comunicazione globale! Eppure, per la miseria, comunicare non è mai stato così difficile.

Domenica

Ieri ho passato una bella domenica al mare. C'era quell'atmosfera tardo-estiva un po' malinconica, ma si stava bene. Poca gente a passeggiare sul lungomare, per lo più nonne con i passeggini, o con i nipotini scorrazzanti, oppure gruppetti di turisti anglo-tedeschi, che al contrario della maggioranza di noi italiani possono permettersi le ferie a settembre. Il mare era color perla, di pomeriggio, perchè il cielo era velato, nonostante ci fosse il sole. Il vento era fresco e mi ha permesso di godermi un'oretta di esposizione senza patire il caldo. A pranzo un bel piattone di trofie e semifreddo al caffè, chiacchierando e chiacchierando....fino alle cinque e mezza oltre.
All'ora di tronare in città, io e Ila abbiamo lasciato gli ingegneri per strada (chi va ad un corso, chi lo tiene) e noi due ci siamo fatte il viaggio di ritorno in auto insieme, come ai vecchi tempi. Come due anni fa, l'ultima volta in cui era successo. Quante cose sono cambiate da allora, quante ne sono successe. A pensarci, sembra un'altra vita. Forse lo è.
Il succo è che ad un certo punto, parlando ho detto "Non sono mai stata bene come adesso, non sono mai stata meglio". E Ila è nella stessa situazione, stiamo bene, decisamente meglio di quanto stessimo due anni fa. Stiamo affrontando momenti simili, nella vita privata e nel lavoro e per quanto qust'ultimo ci dia dei pensieri, cerchiamo di lasciarlo fuori e di vivere al meglio tutto il resto.

Mi sorprende sempre notare come siano forti i parallelismi tra le nostre vite.

11 settembre, 2007

Analogie

In vacanza Darcy mi ha detto che ho il senso dell'orientamento di un pinguino (pare che, se il pinguino si allontana dal gruppo, si perda) e il senso dell'equilibrio di un omino del subbuteo.

Mi devo offendere??

Questione di tacchi

Sabato 8 settembre sono stata all'ultimo dei sei matrimoni che mi sono sciroppata nel 2007. La cerimonia era programmata per le quattro del pomeriggio in una ridente località alle porte del capoluogo della mia regione. Per avere un po' di margine, io e Darcy partiamo belli come non mai alle 14.30, tanto "è praticamente tutta autostrada". Fila tutto liscio fino a quando abbiamo la malaugurata idea di cercare l'uscita giusta e ovviamente imbocchiamo quella sbagliata: ci troviamo a girovagare prima nell'estrema periferia del capoluogo di cui sopra, poi in un interporto e finalmente su una non ben identificata strada che ci conduce alla meta. Arriviamo al brucio, per fortuna la sposa, com'è giusto, si sta facendo attendere un pochino.
La cerimonia scorre lenta inframmezzata, da numerosi canti e alla fine ci ritroviamo tutti fuori per il lancio di riso, coriandoli e...bolle di sapone (mi sono subito macchiata). Ad un certo punto, sento il terreno mancarmi sotto il piede destro, mi reggo in piedi a stento, mi appendo a Darcy per non cadere, sollevo la gamba e scopro una piccola, grande tragedia: il tacco della scarpa destra si è completamente staccato dalla scarpa stessa. Tacco da nove. Ora, chi mi conosce sa che non sono proprio avvezza a questo genere di calzature, è molto più facile vedermi con ballerine o scarpe da ginnastica, comunque con scarpe piuttosto basse, perchè sono imbranata a camminare coi tacchi, ho un precario equilibrio e rischio di farmi male ogni volta. Ecco, se portare i tacchi alti per me è una gran fatica, vi garantisco che portarne UNO è molto peggio. L'ho presa con filosofia, ci ho fatto una mezza risata, ho fatto il fenicottero per il resto della giornata e ho pensato che forse qualcuno mi avrà mandato qualche accidente, altrimenti non mi spiego l'accaduto...

10 settembre, 2007

Note di colore

Ho comprato un calendario da scrivania nuovo, per il 2008. Vediamo se hanno il coraggio di rubarmi anche questo.
Ho comprato un kilt, non sgargiante, abbastanza mettibile e sono certa che invece io avrò il coraggio di metterlo.
Ho comprato una sciarpa a mamma e un cappello a papà...apparentemente sono entrambi entusiasti. Vedremo quest'inverno se l'entusiasmo manifestato è genuino...
Darcy si è comprato una bellissima cravatta e un maglione che gli sta magnificamente. Scusate, ma è proprio bello.
In vacanza io sono stata bene, Darcy si è fatto un'influenza con annessa tonsillite senza batter ciglio. A me ieri è venuto mal di gola.
La Caledonian è molto più forte della Guinness: l'ho bevuta una sera mangiando e mi sentivo proprio brilla.
Ho scoperto che gli scozzesi in kilt sono eleganti e ne girano parecchi per Edimburgo vestiti così!

Ritorno

Edimburgo è così: ventosa, fresca, vivibile, verde e bella, bella, molto più bella di quanto mi aspettassi.

Scendiamo dal doubledecker che dall'aeroporto ci ha accompagnati in centro, è pomeriggio, non piove, il cielo è precorso da nuovole azzurre e veloci, il vento freddo ci sveglia di colpo, la musica di cornamuse suonate a bordo strada ci entra subito nelle orecchie. Con le valigie appresso ci dirigiamo verso l'albergo, che si rivela proprio carino, centrale, con una stanza d'angolo con ben tre finestre su Grassmarket.
Giusto il tempo di posare le valigie e iniziamo a girare per la città, che offre il castello, la residenza della Regina, il museo Nazionale, il Royal Mile, Princes Street, Portobello....tutti luoghi che abbiamo visitato nell'arco della settimana che abbiamo trascorso oltre manica.
Non contenti ci siamo anche concessi una gita a Stirling e una ad Inverness (tre ore e mezza di treno). A Stirling c'è un bel castello che, come quello di Edimburgo, domina la città da una rocca. All'interno c'è una cappella dove, con rito super cattolico, fu battezzato Giacomo VI di Scozia, figlio di Mary Stuart e futuro Giacomo I di Inghilterra e Scozia.
Inverness è l'unica città delle Highlands e meriterebbe anche solo per il viaggio: chilometri di colline ricoperte di erica punteggiate di bianco: i tipici montoni col muso nero. E poi là, ad Inverness, è un piccolo angolo di paradiso, vedere per credere.
Ultimo giorno, gita in traghetto sul Forth con tanto di avvistamento di foche pigramente sdraiate sulle rocce.

Mi sembra di essere stata via un mese, non una settimana, ma non ero per nulla stufa di essere là, tutt'altro, è stata una vacanza molto intensa. Complice il bel tempo, partire venerdì scorso è stato davvero faticoso. Gli scozzesi sono gentili e cordiali, ho mangiato fish&chips e hamburger di angus bevendo Guinness...
Guarda caso, adesso mi sento un po' appesantita...oggi ho cominciato uan specie di dieta depurativa (della coscienza, più che altro) e mi sa che domani sera, se trovo la forza, vado a correre....